Riscaldamento condominiale 2023, quando si può accendere?
Il calendario nazionale e qualche suggerimento per risparmiare gas se si ha una caldaia in casa
L’autunno sta arrivando, e in molti condomìni si pensa ad accendere le caldaie. Lo scorso anno il ministro Cingolani aveva emanato un decreto per cercare (vista la guerra in corso) di contenere il più possibile l’acquisto di gas dai paesi extra-Ue, abbassando di 1 grado la temperatura in casa e ritardando le date di accensione dei termosifoni
Questo autunno si ritorna alla vecchia normativa, che fa riferimento alla tabella contenuta nel Dpr 412/93 in cui vengono definite 6 zone climatiche, alle quali corrispondono orari diversi di riscaldamento condominiale (il numero massimo di ore giornaliere in cui le caldaie possono rimanere accese), e le date di accensione e di spegnimento del riscaldamento, a seconda del comune in cui ci si trova.
Nella stessa regione si possono avere più zone: in Sicilia, ad esempio, Catania è in zona B (8 ore di riscaldamento massimo al giorno), mentre Lampedusa è in zona A (6 ore al giorno).
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Zone climatiche e calendario delle accensioni
Nella stessa provincia, poi, più comuni possono ricadere in zone diverse. Come a Trento, dove Caldonazzo è in zona F e Besenello in zona E.
La seguente tabella mostra la ripartizione generale delle zone climatiche, e dev’essere presa solo come riferimento generico. L’indicazione precisa della zona di appartenenza di un determinato comune si può trovare su siti specializzati.
Nella stessa tabella viene indicato il numero di ore giornaliere massime in cui le caldaie condominiali possono rimanere accese, e il periodo di accensione e spegnimento:
In presenza di particolari situazioni climatiche i condomìni possono accendere il riscaldamento anche senza che vi sia una esplicita autorizzazione del Comune di appartenenza.
L’obbligo a cui si deve sottostare, però, è quello di mantenere la temperatura a 20° (+2 di tolleranza). Questo valore è stato fissato ritenendolo sufficiente a un buon comfort climatico negli appartamenti e al controllo dei consumi.
E’ da tenere presente che la normativa si riferisce solo a impianti di riscaldamento condominiali, e non si applica a chi ha un impianto autonomo, sia in appartamento che in una casa indipendente.
In questi casi sarebbe utile adottare qualche accorgimento per evitare dispersioni di calore che poi andrebbero a riflettersi sulla bolletta del gas.
2023, i Comuni hanno l’ultima parola sulle accensioni
Viste le temperature eccezionalmente alte persino in ottobre, alcuni sindaci hanno deciso di rinviare l’accensione dei riscaldamenti.
Modena, Alessandria e Milano, per esempio, hanno posticipato l’accensione al 22 ottobre e anticipato gli spegnimenti all’8 aprile 2024.
Le regole non si applicano a ospedali, case di riposo, cliniche, scuole materne, asili nido e attività industriali e artigianali.
In definitiva, al di là della normativa generale riportata nella tabella qui sopra, è sempre bene tenere d’occhio il sito del proprio comune di residenza in vista di eventuali modifiche (ad esempio, possibili proroghe nella primavera del 2024).
Manutenzione e multe
Gli impianti di riscaldamento sono soggetti a delle operazioni di controllo e manutenzione da parte di chi è responsabile di un immobile, che sia il proprietario, l’affittuario, l’amministratore di condominio o altri soggetti terzi.
La revisione della caldaia è obbligatoria, e le sanzioni per chi non ottempera vanno da 500 a 3.000 euro. La periodicità degli interventi è determinata dalle indicazioni dell’installatore o dal libretto d’uso e manutenzione della casa costruttrice. In mancanza, si fa riferimento alle norme UNI/CEI.
Consumo di gas eccessivo? Come intervenire per risparmiare
1) Innanzitutto, regolare la temperatura a 20 gradi. E’ un obbligo di legge per i condomìni, ma anche i privati con riscaldamento autonomo farebbero bene a rispettare questa prescrizione. I motivi? Temperature ambientali superiori sono generalmente eccessive per la salute, e per ogni grado in più la spesa per il gas aumenta di parecchi punti percentuali.
2) Differenziare la temperatura per ambienti: non ha molto senso far sì che tutti i termosifoni presenti in casa riscaldino allo stesso modo se poi si frequentano più che altro due stanze. Per questo è una buona idea quella di applicare delle valvole termostatiche a ogni termosifone per ridurre la temperatura degli ambienti visitati solo occasionalmente.
3) Controllare gli infissi: in casa sono presenti porte e finestre in legno, magari con qualche decennio alle spalle, lasciate senza manutenzione? Le soluzioni per evitare spifferi e dispersioni sono due. Una economica (dotarsi di paraspifferi e sigillare tutti i punti dai quali entra aria fredda) e una costosa, ma più efficiente nel tempo, che ne prevede la sostituzione con infissi a taglio termico.
4) Fare la manutenzione della caldaia: è altamente raccomandabile per ridurre la possibilità di malfunzionamenti, e per consumare e inquinare meno.
5) Non coprire i termosifoni. Tende, mobili, stenditoi? Sono tutti oggetti da non sistemare davanti ai termosifoni, per evitare che il calore non si diffonda correttamente nell’ambiente .
6) Installare una caldaia a condensazione ad alta efficienza. E’ venuto il momento di buttare la vecchia caldaia: quelle a condensazione hanno tanti vantaggi. Quali? Consumi inferiori (anche del 30%), bassi costi di gestione, affidabilità, attenzione per l’ambiente grazie a minori emissioni inquinanti. Sono particolarmente consigliate nelle zone più fredde, dove si richiedono molte ore di riscaldamento giornaliero. Il loro costo non è basso, ma la sostituzione si ammortizza bene grazie al risparmio energetico che consentono di ottenere e alla fruizione di vari tipi di sgravi fiscali.
Cambiare fornitore per risparmiare ancora di più sulla bolletta
Se la bolletta del gas vi sembra ancora esagerata, nonostante l’applicazione dei consigli che vi abbiamo proposto nel paragrafo precedente, sarebbe opportuno pensare a cambiare fornitore di gas.
Dal dieci gennaio del 2024 è previsto il passaggio dal mercato tutelato per luce e gas al mercato libero. E’ chiaro che per ottenere una bolletta più leggera non è necessario aspettare fino a quella data per cambiare fornitore. Proprio adesso, con i continui rincari delle materie prime, è il momento migliore per farlo.
Sul mercato libero si trovano centinaia di offerte la cui reale convenienza è difficile da valutare senza un aiuto.
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Un ultimo consiglio: passando a un fornitore unico in grado di combinare sia energia elettrica che gas si può ottenere un risparmio ancora maggiore. Perché non approfittarne?