Quanto costa fare una voltura, un subentro o un nuovo allaccio?
Non tutti conoscono le differenze tra questi termini tecnici. Ecco quali sono, a quali costi si va incontro e quali sono i tempi necessari
Avete appena cambiato casa, e una delle cose più importanti da fare è avere sia la luce che il gas. Essendo la prima volta che traslocate, non sapete che differenza ci sia tra un nuovo allaccio, una voltura o un subentro. In questo articolo faremo chiarezza su queste tre voci e sul loro significato.
Differenze tra voltura e subentro
Mettiamo il caso che avete affittato una casa e andate ad abitarla appena il vecchio affittuario se n’è andato. In questo caso si parla di voltura.
Il contatore e il contratto sono entrambi attivi, è necessario quindi cambiare solo l’intestatario della bolletta. Non è necessario che l’erogazione dell’energia elettrica e del gas vengano interrotti.
Il subentro, invece, entra in gioco quando la casa in questione non è stata abitata per un certo periodo di tempo e l’inquilino (o il vecchio proprietario) aveva disdetto i vecchi contratti di fornitura.
Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha stabilito, con effetto dal 30 settembre 2021 per tutte le utenze, che in occasione della voltura di un contratto si può, contestualmente, cambiare anche fornitore. Le due operazioni in precedenza dovevano avvenire in tempi separati. Oggi, invece, questa normativa consente anche di risparmiare, passando a tariffe più vantaggiose.
Può essere (e lo consigliamo vivamente) l’occasione buona per passare a un fornitore di energia o gas nel mercato libero. Il motivo? Con la guerra in Ucraina i prezzi del petrolio e del gas sono impazziti. Ciò ha avuto pesanti ripercussioni su prezzi e tariffe. Il consumatore finale può difendersi scegliendo un operatore sul mercato libero che possa proporgli, ad esempio, delle soluzioni a tariffa fissa che lo possano difendere per uno o più anni da altri rincari.
Come effettuare la scelta, se non si è del mestiere? Il modo più semplice è rivolgersi a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato, avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito ed evitare di avventurarsi in una giungla di cifre e termini difficilmente comprensibili da soli.
Quali sono i costi di voltura e subentro?
Bisogna distinguere tra fornitura di energia elettrica e di gas. Per la prima, i costi vengono stabiliti dall’Arera e sono diversi a seconda che si tratti di Maggior tutela o di Mercato Libero.
Per la prima si devono pagare:
- - 27,03 € per oneri amministrativi per il distributore (cioè per chi si occupa del contatore)
- - 23 € per oneri amministrativi del venditore
- - 16 € per imposta di bollo sul nuovo contratto
In totale sono 66,03€ + Iva al 22%, ma a questa cifra si deve aggiungerne un’altra (di importo variabile) come deposito cauzionale. Che non viene richiesto se si paga la bolletta tramite domiciliazione bancaria o carta di credito .
Se invece ci si rivolge al Mercato Libero, le voci di costo sono:
- - 27,03 € per oneri amministrativi
- - Una quota che varia notevolmente da fornitore a fornitore, e ammonta a poche decine di euro
- - Un eventuale deposito cauzionale
- - 16 € per imposta di bollo (se prevista dalla normativa fiscale)
Anche a questi importi si deve sommare l’Iva al 22%.
Per quanto riguarda il gas, invece, è impossibile stimare qui un preventivo di costo. Il perché è dato dai continui cambiamenti dei costi di gestione. Ancora una volta, sottolineiamo la fondamentale importanza di rivolgersi (gratuitamente!) all’esperienza dei consulenti di Tiscali Tagliacosti.
Quali sono le tempistiche per voltura e subentro?
Per la voltura di gas ed energia elettrica la legge stabilisce che entro 2 giorni lavorativi dalla ricezione della richiesta il fornitore debba registrarla, mentre per l’attivazione sono previsti almeno altri 2 giorni.
Per un subentro luce servono ugualmente 2 giorni per la registrazione della richiesta, ma sono necessari 5 giorni per l’attivazione della fornitura.
Un subentro gas richiede 2 giorni lavorativi per la comunicazione al distributore locale del gas, e 10 giorni lavorativi per l’attivazione della fornitura.
E per i ritardi nell’attivazione sono previsti indennizzi?
Innanzitutto, nel caso si subissero dei ritardi nell’attivazione di una utenza, la prima cosa da fare è sporgere un reclamo al venditore in cui si descrive la problematica. In determinati casi sono previsti degli indennizzi.
Per il ritardo (oltre 5 giorni lavorativi) nell’attivazione di una fornitura di energia elettrica, l’indennizzo è pari a 35 € se è avvenuta entro il doppio del tempo previsto, di 70 € entro il triplo del tempo. Se il distributore si spinge oltre il triplo del tempo previsto, al cliente verranno corrisposti 105 €.
Se il ritardo si riferisce all’attivazione di una utenza non domestica, gli importi di cui sopra sono raddoppiati. Gli indennizzi vengono corrisposti nella prima bolletta utile.
Per il ritardo nell’attivazione di una fornitura gas, invece, è previsto un indennizzo di 30 €.
Quali documenti sono necessari per una voltura o un subentro?
Ciò che si deve fornire quando si richiede il subentro o la voltura di un contratto luce è riassunto qui sotto:
1) Dati personali come indirizzo, numero di telefono, codice fiscale e carta d’identità
2) Autolettura recente del contatore
3) Il codice POD, cioè il codice alfanumerico che identifica il contatore; si può leggere dalla bolletta
4) La potenza impegnata (anche questa reperibile sulla bolletta)
5) L’autocertificazione di residenza, se si tratta di prima casa
6) Se si sceglie di pagare la bolletta tramite addebito bancario, le coordinate del conto
7) L’indirizzo di fatturazione del conguaglio finale (in caso di voltura)
Nel caso di un contratto per il gas sono necessari:
1) Dati personali: residenza, codice fiscale, telefono, un documento d’identità
2) Il codice PDR, cioè il codice che si trova sulla bolletta o sul contatore stesso
3) Le coordinate bancarie, in caso di addebito sul conto corrente bancario
4) L’indirizzo di fatturazione del conguaglio finale (in caso di voltura)
Cosa bisogna fare per un nuovo allaccio?
Un nuovo allaccio si rende indispensabile, ad esempio, quando una casa di nuova costruzione viene abitata. In quel caso si sceglie un fornitore, che richiederà alla società distributrice l’attivazione dell’allaccio, l’installazione di un contatore e l’assegnazione di un codice POD. Quest’ultimo servirà al fornitore per identificare l’utenza, con l’indirizzo, e poterle inviare le bollette.
I costi di un nuovo allaccio luce
Diciamo subito che è molto difficile dare una stima precisa. Si potrebbe dire attorno ai 500 € +IVA, ma la cifra varia molto a seconda della distanza dell’edificio dalla rete di distribuzione e da altri elementi.
I documenti necessari per un nuovo allaccio
In sintesi, sono questi:
1) Dati anagrafici dell’intestatario dell’utenza
2) Documento di identità
3) Indirizzo dell’immobile
4) Numero di concessione edilizia
5) Dichiarazione sostitutiva (serve ad accertare la reale proprietà dell’immobile)
6) Potenza e tensione richiesta (per un impianto domestico sono 3 kW – che si possono variare – e 220 V)
7) Destinazione d’uso della fornitura (ovvero: serve a una casa o a una azienda? Il cliente è residente o si tratta di una seconda casa?)
I tempi di attivazione per un nuovo allaccio luce
Di norma, più l’intervento è complesso, maggiori saranno i tempi necessari. L’iter prevede che il fornitore a cui ci si rivolge inoltri la richiesta al distributore entro 2 giorni lavorativi. Quest’ultimo deve consegnare un preventivo entro 20 giorni lavorativi. Il preventivo viene girato dal fornitore al cliente nel tempo massimo di 2 giorni. Se il cliente lo accetta, ci possono volere fino a 15 giorni lavorativi per installare il contatore, oppure fino a 60 se l’intervento da fare è più complesso.
L’attivazione vera e propria della fornitura di corrente prevede fino a 5 giorni lavorativi. In generale, nel caso di interventi particolarmente complessi, possono passare anche 3 mesi da quando si fa la richiesta.
E per un allaccio del gas?
L’allaccio del gas consiste nell’installare e attivare il contatore, e poi avviare la fornitura.
L’installazione del contatore si basa sulle esigenze del proprietario dell’immobile e sulla potenza del sistema. Una volta impostata la quantità di gas in entrata e verificata l’omologazione dell’impianto si assegna il codice PDR.
I costi variano in base alla localizzazione dell’immobile, e si aggirano approssimativamente dai 200 ai 1300 €.