Come funziona e quanto consuma una auto ibrida?

Quanti tipi di auto ibride esistono, e in cosa si differenziano? Quanto carburante permettono di risparmiare davvero?

Auto ibride, quali sono e quanto consumano

In Italia, come evidenzia l’Annuario Statistico 2023 dell’ACI, è presente un parco auto piuttosto vetusto. Le auto a benzina, ad esempio, hanno un’età media di 15 anni e 7 mesi, mentre per quelle radiate secondo l’anno di prima iscrizione si parla di ben 18 anni e 2 mesi.

E’ lecito pensare, quindi, che i proprietari di questi veicoli, che probabilmente staranno per acquistarne un altro, non sappiano orientarsi in un mercato molto diverso e più complesso rispetto a ciò che si trovava un paio di decenni fa.

Sul mercato, oltre alle classiche e più diffuse auto a benzina e gasolio, sono presenti anche auto elettriche e ibride. In questo articolo spiegheremo in breve i concetti di base su come funzionano le auto ibride, su come e dove si ricaricano e quanto consumano. Ovvero, quanto carburante permettono di risparmiare.

 

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Cosa significa auto ibrida? Su cosa si basa il suo funzionamento?

Nell’auto ibrida al classico motore endotermico, a benzina o a gasolio, si affianca un motore elettrico collegato a delle batterie.

Il funzionamento di una auto ibrida si basa sulla interazione tra il motore principale (quello classico a combustione) e il motore elettrico, che permette di recuperare l’energia cinetica (che altrimenti verrebbe dispersa in fase di frenata e di decelerazione) in modo da riutilizzarla per escludere (in tutto o in parte) il propulsore termico.

Questo tipo di automobili consuma una minor quantità di carburante, in certi casi fa ottenere anche un aumento delle prestazioni, e infine genera meno CO2.

Quali tipologie di auto ibride esistono?

Sul mercato sono presenti tre tipi di auto ibride, che si differenziano a seconda della distribuzione della forza tra il motore termico e quello elettrico, con specifici sistemi di trasmissione.

In dettaglio, le tipologie sono:

  • Mild hybrid (dette anche MHEV, o ibride leggere): in questo tipo di auto, il più diffuso, è presente un piccolo motore elettrico con batteria da 48V che aiuta il veicolo nella partenza da fermo e nei cambi di velocità, oltre a gestire i sistemi di bordo. Come risultato si ha un miglioramento nell’efficienza del carburante. Il motore elettrico non può alimentare da solo l’auto.
  • Full hybrid (o FHEV, o ibrido puro): anche in questa tipologia sono presenti sia un motore termico che una unità elettrica, con la differenza che qui è possibile viaggiare solo in elettrico, anche se per pochi chilometri. E’ una modalità molto utile soprattutto in città per via delle continue frenate e decelerazioni, che permettono di tenere spento il motore termico per la maggior parte dell’itinerario. Riducendo, quindi, consumi ed emissioni.
  • Plug-in Hybrid (PHEV): sono a metà strada tra una full hybrid e una vettura elettrica “pura”. In questo tipo di veicolo le batterie si possono ricaricare anche alle colonnine stradali o direttamente alla rete elettrica, oltre che rigenerando l’energia cinetica in frenata e decelerazione. Il vantaggio consiste in una maggiore autonomia delle batterie e quindi la possibilità di fare più chilometri (fino a un massimo di 90 circa) in modalità elettrica al 100%. Se si intende marciare solo in elettrico e si fanno percorsi brevi giornalieri, questo tipo di auto è l’ideale, soprattutto se si ricarica di notte. Se la carica si esaurisce, la macchina si trasforma in una full hybrid fino alla successiva ricarica.

 

Come e dove si ricarica un’auto ibrida?

Come accennato sopra, le Mild e le Full hybrid ricaricano le batterie sfruttando l’energia prodotta dal motore termico in frenata e in fase di decelerazione, senza che vi sia necessità di alcun intervento da parte del guidatore.

Le Plug-In hybrid si possono ricaricare alle colonnine stradali (ormai in tutta Europa, Italia compresa, se ne trovano centinaia di migliaia, anche di alta potenza) oppure anche collegandole a una presa di corrente domestica. Proprio come per le auto elettriche.

La ricarica domestica di un’auto ibrida, o elettrica, assorbe un grande quantitativo di energia. Per questo motivo è fondamentale avere un contratto di fornitura più conveniente possibile. Anche a costo di cambiare compagnia.

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Quanto consumano le auto ibride?

In una autovettura dove il motore termico viene coadiuvato, anche se in minima parte, da un motore elettrico, è intuitivo aspettarsi un consumo di carburante inferiore rispetto alle macchine tradizionali colo solo motore termico.

Le decelerazioni e le frenate sono gli elementi che permettono di immagazzinare, e non sprecare, l’energia prodotta in modo che le batterie vengano ricaricate a costo zero. In città, quindi, è possibile sfruttare al massimo un’auto ibrida. In tratti a lunga percorrenza senza interruzioni, come in autostrada, il risparmio è pressochè nullo.

Il risparmio di carburante è stato calcolato con riferimento alle varie tipologie di auto ibrida utilizzata. Per una Mild hybrid si parla di una percentuale che oscilla tra 8 e 25%, una Full hybrid invece tra il 20 e il 45%

Il risparmio è massimo per le Plug-in hybrid, che possono percorrere diverse decine di Km in modalità solo elettrica.

Attenzione ai test ufficiali di rilevamento dei consumi (WTLP) però: i valori effettivi possono variare notevolmente. La questione è stata sollevata da uno studio scientifico del 2022, condotto dal Fraunhofer Institute for System and Innovation Research di Karlsruhe e dall'International Council on Clean Transportation (ICCT), in cui si afferma che le Plug-in consumano 3 volte più carburante rispetto a quanto dichiarato, per le auto private, e fino a 5 per le auto aziendali.

Lo studio, che ha coinvolto 9000 auto plug-in ibride, ha mostrato che il consumo reale di carburante nelle auto private va da 4 a 4.4 litri per 100 km, mentre nelle auto aziendali la media è compresa tra 7.6 e 8.4 litri. Il consumo medio di carburante si aggira su 1.6/1.7 litri per 100 km. E’ emerso anche un altro dato preoccupante, ovvero che ogni litro aggiuntivo consumato non solo comporta una spesa supplementare, ma contribuisce anche a far superare i livelli di emissione di CO2 definiti dagli standard europei per i nuovi veicoli.

Tra l’utilizzo quotidiano di una auto ibrida e i valori teorici dei test WLTP c’è quindi un enorme divario. L’incongruenza tra i consumi effettivi e quelli teorici deriva da come si effettuano, oggi, i test di omologazione delle plug-in hybrid, che ancora non prendono correttamente in considerazione l’utilizzo su strada dell’automobile.

Nel 2025, comunque, dovrebbe entrare in vigore il nuovo standard europeo di misurazione dei consumi e delle emissioni delle auto ibride plug-in. Da quella data si avrà presumibilmente un quadro più affidabile di quanto una auto ibrida debba fare affidamento più sul motore termico che sulla batteria elettrica.

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